Il Dojo - yume dojo

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Il Dojo

I l  D o j o

Se tendi la mano piena del tuo riso, non potrò darti il mio. Lascia le tue idee all’ingresso. Uscendo potrai riprenderle o lasciarle. Questa è libertà nell’universo.



Lo spirito del luogo.

Nella tradizione buddhista, il Dojo è il luogo dove si pratica la Via, cioè un’area coperta e protetta da influenze esterne dove ci si possa dedicare alla meditazione ed agli esercizi spirituali.

Per noi occidentali il concetto è ovviamente diverso ma rimane il fatto che non si tratta di una palestra sportiva bensì di un posto dove, attraverso l’esercizio fisico e lo studio delle arti marziali, si cerca di migliorare se stessi.

E’ quindi con questo spirito che si entra nel Dojo, cercando di lasciare al di fuori gli affanni quotidiani e dedicandosi alla pratica con umiltà e dedizione.


Etichetta e disciplina.

L’idea di rispetto deve innanzitutto ispirare ogni comportamento. Rispetto per il luogo, per l’istruttore, per i compagni di pratica.

Salendo sul tatami si rivolge un leggero inchino verso il lato superiore, lo stesso vale anche quando si scende. Gli allievi si dispongono in seiza o in piedi lungo il lato di ingresso (gli anziani a destra e i principianti a sinistra), in attesa dell’istruttore e dell’inizio della lezione.

E’ importante rispettare gli orari dei corsi, presentandosi con il dovuto anticipo sull’inizio delle lezioni. In caso di ritardo è apprezzabile attendere, prima di salire sul tatami, il consenso del maestro. Dovendosi assentare durante la lezione, si chiederà il permesso all’istruttore, rimanendo sempre in attesa di un suo cenno al nostro ritorno.

Presentarsi sempre con il keikogi pulito e in ordine, senza indossare bracciali, anelli, catenine e quant’altro possa ferire noi stessi o gli altri allievi durante la pratica. Indispensabile mantenere curate le unghie di mani e piedi ed evitare di salire sul tatami senza un’adeguata pulizia dei piedi poco prima della lezione. Non è consentito mangiare, bere e fumare nell’area di pratica.

Il rispetto si manifesta anche nello spogliatoio, dove ci si cambierà senza perdere tempo, lasciando vestiti, scarpe e borse riposti con ordine e senza occupare posto inutile che potrebbe servire ad altri dopo di noi. Moderare sempre il tono di voce, in particolare se è in corso una lezione.

In alcune situazioni, quando non si sa bene come o cosa fare, meglio osservare l’atteggiamento degli allievi più anziani e comportarsi di conseguenza.


La pratica sul tatami.

Ogni lezione inizia sempre con il saluto verso il lato superiore (kamiza), rappresentando in questo modo un ringraziamento nei confronti del fondatore e dei maestri che hanno sviluppato e consentito la progressione dell’arte. Poi gli allievi e l’istruttore si salutano reciprocamente. Allo stesso modo ci si comporta alla fine della lezione. Questa tradizione formale che è rimasta intatta nel tempo, e adottata anche nei Dojo occidentali, è in realtà ricca di significato in quanto conferma il senso di rispetto (rei) e aiuta ad entrare nel giusto atteggiamento per la pratica.
Durante l’allenamento è buona norma non parlare e non ostinarsi a spiegare agli allievi più giovani come eseguire movimenti e tecniche: ciascuno deve fare per sé ed è l’esempio che serve per imparare.
Quando l’istruttore mostra una tecnica, è utile che i principianti si rivolgano rapidamente ai più anziani invitandoli alla pratica. Ci si saluta con un leggero inchino prima di iniziare e quando si termina.
 
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